lunedì 4 ottobre 2010

Eutelia-Talpe al Viminale Gli inquietanti sviluppi della storia della società aretina


Ci sono un sacco di cose che non tornano nell'incredibile vicenda che ha sconquassato la vita di circa 10 mila dipendenti del gruppo Agile-Eutelia-Omega. Ma ce n'è anche qualcuna che, dalle indagini in corso di ben tre procure, inizia a tornare. E inquietantemente porta diretta ai piani alti del Palazzo.Due quotidiani ieri - La Stampa e l'Unità - hanno dato notizia di un ordine di arresto emesso dal gip di Roma a carico di Emilio Romano, un funzionario di polizia. L'uomo è accusato di violazione del segreto d'ufficio e corruzione. Secondo gli inquirenti il pubblico ufficiale, in servizio presso il Centro situazioni del dipartimento di Ps del Viminale, riceveva, dalla fine 2008 secondo i magistrati, 2 mila euro mensili niente meno che dei vertici della società Omega, Pio Piccini, il fondatore, e il dirigente Marco Fenu. Sia Piccini che Fenu sono stati arrestati per bancarotta fraudolenta a luglio scorso insieme ad altri 6 manager della società. Nelle telefonate intercettate Romano rivendicava con i suoi interlocutori di avere ottimi agganci a palazzo Chigi. Pare che l'ufficiale sperasse di andare a dirigere il nuovo aereoporto dell'Aquila: infatti, risulta sempre dalle indagini, frequentava un corso presso l'Enac (l'ente nazionale dell'aviazione civile) per acquisire la qualifica di responsabile di aereoporto. Nelle intercettazioni Romano sostiene che il sogno sta per avverarsi, è «cosa fatta». E non può non saltare all'occhio che in quel periodo a rimodernare l'aereoporto della città terremotata, in vista dell'imminente G8, era la Protezione civile di Guido Bertolaso. Romano è accusato di avere effettuato accessi non autorizzati ai terminali e alla banca dati delle forze di polizia. Sarà interrogato dal gip Elvira tamburelli all'inizio della prossima settimana. Mentre insomma le società Agile-ex Eutelia e la rete di call center Phonemedia venivano letteralmente cannibalizzate da Omega (che, come è scritto nel mandato di arresto di luglio, le acquisiva per spolparle di soldi e lavoro e lasciarle poi fallire piene di debiti), e mentre i dipendenti (2000 per Eutelia, 7000 per Phonemedia) si dannavano (e ancora sono costretti a farlo) per ottenere un interessamento di palazzo Chigi, i manager poi arrestati avevano, a quanto pare, un loro terminale direttamente negli uffici del Viminale. Perchè, nonostante l'impegno del sottosegretario Gianni Letta e nonostante gli sviluppi delle indagini, il governo non ha fatto nulla per impedire la razzia? Perchè nessuno si è allarmato nel sapere che i servizi informatici del ministero dell'Interno e della Difesa erano in mano a persone del calibro dei fratelli Landi (i fondatori di Eutelia, società che gestiva tali servizi)? Da tempo i lavoratori (molti dei quali oggi cassintegrati) si pongono queste domande. Domande a cui avrebbe dovuto rispondere la politica. Inquietantemente inizia a rispondere la magistratura.

di Luigia Amoroso

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