martedì 14 giugno 2011

Abbiamo vinto NOI




Abbiamo vinto NOI, quelli che in barba ai partiti hanno seguito il richiamo di chi urlava di difendere i beni comuni, i diritti e i doveri comuni, senza guardare se padre Alex è cattolico o i ragazzi dei centri sociali sono autonomi, troppo autonomi. Quelli che hanno ripreso ad essere i cittadini, quelli che sono stati sempre i cittadini, quelli che non smetteranno mai di essere cittadini e non elettori o elettrici.
Abbiamo vinto NOI, quelli che scendono in piazza con gli studenti, con i lavoratori non flessibili della FIOM e dei Cobas, con le mamme coraggio anticamorra, con i pazzi che si sdraiano davanti ai compattatori, con quelli che la Tav non la vogliono.
Abbiamo vinto NOI, quelli che ancora si inventano ogni settimana iniziative, che prima si chiamavano presidi e ora flash mob, che una volta occupavano ed oggi pure.
Abbiamo vinto NOI, precari, operai con il magone, artigiani con pendenze, negozianti ridotti all’osso dai grandi centri commerciali, ragazzi e ragazze dei Call-Center, pensionati con l’incubo bolletta, giovani che sanno di prosciugare i genitori con il loro andare all’università.
Abbiamo vinto NOI, quelli che si sentono parte del Sud dell’occidente, quelli che aiutano i migranti a scappare dai CIE, quelli che Vik è uno di NOI ne eroe e ne pacifinto, quelli che la guerra è sbagliata sempre, quelli che non esiste nessun legittimo impedimento ma esiste il diritto alla precauzione. Quelli che la leucemia e le altre malattie sono la prova certa del nucleare come problema e non come soluzione.
Abbiamo vinto NOI, il popolo della rete che prende e razionalizza tutto da Vendola a Grillo, dal Popolo Viola ai politici di professione, incorporando in se stessa il buono e scartando l’inutile senza erigersi a giudicare e/o a condannare nessuno, pressando tutti senza eccessi e senza appiattimenti o tifoserie.
Abbiamo vinto NOI, che oggi ascoltiamo, nelle vecchie e stomachevoli reti tv, panciuti e abbronzati politicanti che al comodo della loro poltrona ammiccano davanti ad un popolo che si è esposto, messo in gioco, indignato, organizzato a proprie spese e che li spaventa. Guardateli negli occhi. Noi oggi abbiamo avuto gli occhi lucidi dalla gioia loro sembrano aver paura e forse iniziano anche ad avere vergogna. Grazie a tutti NOI. Non sono i colori, le appartenenze e neanche i nostri orgogli ma le nostre passioni e le nostre dignità che si stanno unendo. E lo stanno facendo nonostante le necessità e il momento sfavorevole per il benessere della collettività. Questo sarà il prossimo tema che avremo di fronte, una ridistribuzione equa della ricchezza, dei privilegi, dei doveri e dei diritti. Il popolo sta unificandosi e il potere non può non tenerne conto, sarebbe troppo pericoloso.

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